Nello stretto di Brass, al largo della punta nord-occidentale della Tasmania, è ubicata l’isola di King che si estende per 1000 km² e che ospita 2000 abitanti.
Dal 2013, essa garantisce il 65% del fabbisogno energetico (7,8 GWh), grazie alle fonti rinnovabili, e nelle giornate di vento intenso raggiunge il 100% (12 GWh). In particolar modo, vengono prodotti 2,45 MW di energia eolica, 0,39 MW di energia solare e 3 MW attraverso i sistemi di accumulo.
Il progetto “King Island Renewable Energy Integration Project“, in cui il governo Australiano, ha investito 22 milioni di dollari, mira a rendere l’isola autosufficiente e contribuire al mandato australiano del 20% di produzione da rinnovabili entro il 2020. Il sistema è in grado di funzionare per circa 3500 ore l’anno. Complessivamente, dall’entrata in servizio del sistema, 21 milioni di litri di gasolio non sono stati bruciati, pari 55 mila tonnellate di gas serra non emessi, per un risparmio superiore ai 22 milioni di dollari (1,8 milioni di risparmi diretti l’anno, in costi combustibile, operativi e di manutenzione).
La scalabilità del progetto ha portato l’utility di stato, Hydro Tasmania, a valutare la replicabilità nel vicino arcipelago delle Flinders, e numerosi altri operatori mondiali si sono affacciati sull’isola interessati ad importare il promettente sistema ibrido.